L’epicondilite o “gomito del tennista”: dalla diagnosi alla cura
25 settembre 2018
L’epicondilite è un’infiammazione acuta che interessa i tendini. Più frequentemente si fa riferimento a quella che si manifesta a livello del gomito chiamata epicondilite omerale. Riguarda quasi esclusivamente i muscoli estensori dell’avambraccio. Procediamo ora ad analizzare le probabili cause, sintomi e come curarli. I sintomi avvertiti dai pazienti sono, in genere, molto pronunciati. Tali sintomi, tuttavia, prevedono una certa gradualità: in un primo momento sono dolori avvertiti in forma molto lieve e in seguito peggiorano nel corso delle settimane e mesi successivi. Questi dolori sono dovuti agli stress a cui viene sottoposto l’apparato estensore della mano, degli epicondiloidei. Il dolore avvertito da chi soffre di epicondilite si manifesta durante una qualsiasi azione comune dell’avambraccio come afferrare una penna, stringere la mano a qualcuno, tirare una palla oppure anche semplicemente muovendo il polso od all'atto di versare una bibita in un bicchiere. Può iniziare anche sotto forma di debolezza generale dell’avambraccio o nella flessione del gomito. Lo specialista si informerà subito circa da quanto tempo è avvertito il dolore, se viene svolta attività professionale a rischio e se si pratica sport e che tipo. La sollecitazione a cui vengono sottoposti questi muscoli può essere continua e ripetitiva nel tempo di un movimento del quale non si è soliti compiere. Tempo fa, e tutt’ora nel linguaggio comune, l’epicondilite veniva chiamata “la malattia del tennista” o “il gomito del tennista” proprio perché veniva riscontrata nei pazienti che giocavano regolarmente a questo sport. Un'altra causa di questa infiammazione potrebbe essere la presenza di una serie di microtraumi ripetuti nel tempo o per esempio battere la parte estrema del gomito contro la scrivania o quant'altro. Di lieve problematica medica, questa patologia può essere tranquillamente curata presso centri specializzati come il Poliambulatorio QUIsisana di Ferrara. Nel corso della prima visita si procede alla verifica dei sintomi che quindi porteranno ad una diagnosi. Nella quasi totalità dei casi basta premere la zona interessata, l’epicondilo si può individuare facilmente con il gomito piegato a 90 gradi e il palmo della mano rivolto verso il basso. Raramente è necessario ricorrere ad un’ecografia o una risonanza magnetica ai tendini per localizzare meglio l’area dolorante. I sintomi sono dovuti, come precisato prima, ad un'irritazione dei muscoli epicondiloidei con i conseguenti spasmi in corrispondenza del gomito su cui i tendini sono inseriti. Se la diagnosi è di epicondilite, il medico procederà con la descrizione al paziente dei vari trattamenti e delle varie terapie da seguire. All’interno dell'ambulatorio di Ortopedia, Traumatologia e Fisioterapia dell’ospedale privato QUIsisana a Ferrara nello specifico si seguono in primo luogo le terapie fisiche, ciclo infiltrativo con corticosteroidi con acido ialuronico. Nel caso in cui, nel giro di un mese circa, la cura non dovesse riscontrare effetti positivi sul paziente, la soluzione è chirurgica. È un’operazione non invasiva consigliata soprattutto per chi ha bisogno urgente di utilizzare la mano con tutte le sue funzionalità; solitamente questa urgenza è data dal lavoro.
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